Lo sport fa più bene della politica

Giù le mani dallo sport è il grido di rabbia, forte e non più silenzioso, insieme a tanta amarezza e preoccupazione, nel veder vanificare gli sforzi di una vita; quegli sforzi che si fanno spesso rimettendoci tempo e soldi, ma con il sorriso sulle labbra.

Il maestro Gianni Maddaloni non accetta quello che il Governo ha il programma per l’argomento “sport” ed in particolare per il C.O.N.I. (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) che il Presidente Giovanni Malagò riconosce come il più prestigioso comitato olimpico del mondo. (leggi l'articolo)

Perché sarà un nuovo ente, Sport e Salute SpA, i cui vertici saranno decisi dal Ministero dell’Economia e Finanze su indicazione dell’autorità di Governo competente in materia di Sport, a gestire le attività sportive in termini economici. (leggi l'articolo)

370 mln di euro all’anno che saranno gestiti dalla Sport e Salute SpA alla quale spetta il finanziamento alle Federazioni Sportive Nazionali (FSN) per 260 mln di euro all’anno (ed i restanti 110 mln ?????).

Lo sport italiano diventa politica e smette di essere una disciplina pura e sincera, e pensare che il 12 Febbraio 2018, il Ministro Luigi Di Maio, in visita alla palestra Star Judo Club a Scampia, era stato chiaro:


l’unico modo per rispettarvi è prima di tutto di avere cura dei soldi che pagate allo Stato ogni anno, che pagate ogni mese, e che invece ho visto come si sprecano a Roma. Io sono un cittadino della provincia di Napoli, di Pomigliano d’Arco, e sapere che la mia terra ha dei livelli di disoccupazione giovanile che vanno oltre il 50%, quando a Roma si sprecano 30 miliardi di euro del bilancio dello stato tra enti creati dalla politica per metterci la gente dentro, inutili rimborsi, inutili costi, veramente grida vendetta. (guarda il video)
30 mld di euro del Bilancio dello Stato tra enti creati dalla politica per metterci la gente dentro, inutili rimborsi, inutili costi, veramente grida vendetta: Sport e Salute SpA si trasformerà in una nuova RAI dove politici, o amici dei politici, o conoscenti, decideranno come destinare i soldi e, per quanto le parole dicano l’opposto, è normale pensare che a pagare le conseguenze di questa scelta scellerata saranno quelle realtà dove lo sport insegna uno stile di vita pulito.

E’ la paura del Maestro Maddaloni, padre putativo di tanti giovani che nel difficile quartiere di Scampia offre attraverso lo sport, una valida alternativa ai ragazzi che diversamente sarebbero avviati ai malaffari della Camorra (scopri chi è Gianni Maddaloni)


Lo sport è uno - parla Gianni Maddaloni - non esiste sport di serie A e sport di serie B. L’uscita della promozione sportiva dall’ambito CONI nuoce a chi sta sul territorio perché solo la forza del Coni e dei 5 cerchi attrae i giovani che puntano a diventare grandi a emulare i campioni. Senza il traino del coni lo sport sociale perde il suo motore trainante. Non possono esistere palestre senza Coni. Il Coni è lo sport, il resto è solo politica.
Grazie al Maestro per avermi aperto le porte di questo luogo - sono le parole di Di Maio - che è un luogo sacro per questo quartiere. Un luogo dove si insegna il rispetto e soprattutto si aiutano le persone. Ed io qui entro in punta di piedi con il massimo rispetto per quello che fai, che so che è molto, molto di più di quello che hanno fatto molti politici per questa terra.
Belle parole che però sono restate parole. Nei fatti, realtà come quella del Maestro Maddaloni rischiano di scomparire perché la politica torna dispotica nella vita di ogni giorno ed in Italia è noto, dove sta la politica spesso c’è una palude.

Lo sport va valorizzato insieme alla purezza dei ragazzi perché è un’alternativa vera. Non possiamo continuare a lamentarci dei giovani che sono sbandati, se poi vietiamo loro di avere un sogno, un valore, una strada da percorrere.

Perché Sport e Salute SpA diventa come un fosso impossibile da superare lungo la strada della legalità dei ragazzi e questo, da genitori, non possiamo permetterci che avvenga. Dobbiamo pretendere che il C.O.N.I. continui ad essere quel comitato olimpico che tanta storia e tanto orgoglio ci ha reso in passato.

Abbiamo due armi: la conoscenza e la coscienza. Possiamo muoverci come giornalisti, come singole persone, come gente incazzata che decide di far valere i propri diritti contro un sistema che questi diritti li vìola sempre di più.

Non restiamo su FB per invadere la vita privata degli altri ma usiamo i social per un tam tam. La minaccia è seria, lo sport è serio, dobbiamo pretendere con tutto noi stessi che non siano i politici a decidere di concedere o negare la possibilità nelle periferie d’Italia di fare la differenza verso il sistema. Dobbiamo pretendere che i nostri figli trovino la luce della palestra sempre accesa, l’acqua delle docce sempre calda, un compagno di sport sempre sorridente.

Dobbiamo pretendere che il C.O.N.I. continui ad essere quel comitato olimpico che tanta storia e tanto orgoglio ci ha reso in passato.

Magari a qualcuno verrà un'idea. Per adesso facciamo circolare nel web questo disastro colossale che potrebbe fare l'attuale governo.



Commenti

Post popolari in questo blog

Quando si globalizza lo stereotipo

I genocidi dimenticati