Le (inutili) telecamere di sicurezza

Per quanto bisogna prendere una posizione certa in merito alle violenze che troppo spesso siamo costretti a leggere sui giornali, siamo sicuri che l’installazione di una telecamera di sorveglianza di non sia la scelta più indicata a risolvere un problema.
Troppe le falle in un sistema preteso sulla giusta onda emotiva ma che poi, nella realtà, non risolverebbe il problema ma piuttosto ne creerebbe altri, ancora più fastidiosi.
Partiamo dal basso: per acquistare le telecamere dovrebbero essere affrontati dei costi abbastanza importanti e questo costo ricadrà sicuramente sugli utenti (genitori o parenti) perché i bilanci delle amministrazioni, sia pubbliche che private sono un eterno “colabrodo” e tante famiglie si rivolgeranno a qualche avvocato o Associazione per contestare l'obbligo della spesa con il risultato che non si installeranno mai o solo dopo molto tempo.
Passiamo alle questioni operative: i filmati delle telecamere dovrebbero essere continuamente guardati, e da chi? Un docente preposto? Un addetto esterno? Un impiegato amministrativo? Si dovrà pagare qualcuno che stia a guardare i monitor tutto il giorno, tutti i giorni, tenendo sotto controllo l’operato dei dipendenti per segnalare una eventuale anomalia, cosa che prima del Jobs Act di Renzi era addirittura vietato.
Vogliamo poi parlare dei genitori, di quello che io chiamo “il sindacato mamme”, i paladini della didattica con lauree prese su Facebook? Le telecamere verrebbero sicuramente usate per altre cose che distrarrebbero il motivo principale dell’installazione. Magari, a colpi di carte bollate, si richiederanno i filmati per denunciare una maestra che viene reputata incompetente, ma anche un bambino che fa il bullo oppure una bambina che ruba le merendine ai compagni.
I comportamenti degli insegnanti verrebbero passati al setaccio e giudicati senza pietà perché alla fine “qualche cosa si trova sempre”. Una sana rimproverata verrebbe interpretata come una violenza verbale da qualche giudice ed i ragazzi useranno le scusa delle telecamere per inventarsi vessazioni inesistenti e gli insegnanti, che sempre di più hanno le mani legate, smetteranno di fare la parte degli educatori e si trasformeranno in pastori di pecore impazzite.
Oppure i metodi di insegnamento di un docente verranno messi in discussione perché la mente di molti genitori è peggio di un film di Hitchcock.
No, le telecamere non sono assolutamente una buona idea. Piuttosto sarebbe da proporre pene severe e certe, oltre che il licenziamento immediato, a chi si macchia di un reato ignobile come picchiare un bambino. Ma sarebbe giusto che conseguenze penali ed amministrative vengano fatte scontare anche alle colleghe e colleghi ed alle dirigenze scolastiche: veramente vogliamo fare finta che i colleghi non si conoscano tra di loro? Veramente vogliamo credere che i pianti di un bambino non siano mai stati ascoltati da nessuno? Un bidello oppure una collega oppure un dirigente scolastico.
Rendiamo possibile che quando le forze dell’ordine arresteranno nuovamente una maestra per violenza, salteranno le teste di tutti i dipendenti della scuola o dell'istituto. Ma anche di una casa di riposo per anziani.
Solo in questo caso si cominceranno a tutelare veramente gli indifesi, perché ci saranno sanzioni disciplinari per chi ha sempre fatto finta di nulla. Si creeranno situazioni in cui il personale si auto-disciplinerà, segnalando comportamenti burberi e costringendo i dirigenti a prendere i dovuti accorgimenti, che sia una sospensione oppure una denuncia
Ma soprattutto ricordiamo sempre che se un infermiere è cattivo, oppure una maestra è violenta e scarica sui bambini le proprie frustrazioni, altre duecento fanno il loro lavoro con amore e passione, e non è giusto fare di tutt’erba un fascio.


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